lunedì 28 aprile 2014

A volte mi sento così rapita da un'emozione che sento un calore agli zigomi, la testa pesante ma ben salda, sorretta da un'incredibile concentrazione.
A volte mi sento così rapita dalle cose del mondo da sentirmi in un mondo tutto mio, in cui solo io posso sentire ciò che sento ma, al contempo, in una frenesia nella quale vorrei mostrare al mondo intero cosa penso.
A volte invece mi sento così stanca ed indifferente che non sento nulla nella mente ed ho le guance fresche e lo stesso è il cuore.

giovedì 24 aprile 2014

Be brave challenge

Oggi ho visto su youtube il video di una ragazza che ha lanciato la sua be brave challenge invitando coloro che la seguono a darsi un periodo per superare le proprie paure. Parla di paure quotidiane o di piccole grandi sfide: tingersi i capelli di un colore eccentrico, parlare in pubblico, vestirsi in modo più sgargiante, andare sulle montagne russe, fare bungee jumping o comprare articoli da sexy shop e magari anche usarli.
Questo video, nella sua innocenza, un po' mi ha stranita per la sua poca chiarezza e, quindi, per ciò che può dedurne un passante su youtube, anche più giovincello.

Ognuno di noi ha paura di moltissime cose ma non credo che queste si possano, nè si debbano, superare in un dato periodo. Questa challenge può ricordare molto la tendenza che c'è tra i giUovani (è bello tirarsi fuori dalla mischia come se si fosse anZiani) di scommettere tra di loro su chi riesce a fare una determinata cosa, come andare, ad esempio, comprare i preservativi in farmacia anziché di notte da una macchinetta dietro l'angolo. In questo caso le "prove di coraggio" (in italiano rende meno) assomigliano più a delle punizioni sadiche del gruppo che ti spinge a "fare cose", che tra l'altro sceglie a caso tra quelle che spaventano e tra quelle moralmente o legalmente sbagliate o pericolose. In questo caso spesso non c'è alcuna differenza, il coraggio è solo ciò che serve per "fare cose".

Essere coraggiosi è effettivamente anche questo ma in italiano (per fortuna) abbiamo varie parole e declinazioni di esse per indicare distintamente anche le cose che all'apparenza sono più simili.
Il coraggio che serve per fare qualcosa di legalmente sbagliato o pericoloso si può chiamare incoscienza o sprezzo del pericolo, stupidità o cattiveria (sì, c'è anche questa che con il coraggio di violare le regole non ha nulla a che fare) o, ancora, disperazione.
Il coraggio invece di fare qualcosa di moralmente sbagliato (posto che di morale ognuno ha la sua e quindi mi riferisco più che altro a fare qualcosa che sia per noi stessi moralmente errato) può chiamarsi perversione, desiderio di ribellione (che non sempre coincide con l'incoscienza) o, ancora, pura e consapevole cattiveria.
Il coraggio di fare cose che spaventano (purchè non rientrino nelle categorie di cui sopra), invece, è più coraggio di vivere la vita senza che la paura possa fermarci: la nostra morale può (intesa come nostre convinzioni, giuste o sbagliate che siano, in questo contesto non conta), la legge può, ma la paura non può frenarci.

La be brave challenge va fatta quindi ogni giorno, per le cose che ci spaventano impedendo un cammino sicuro e tranquillo della nostra giornata.
Per fare bungee jumping serve certamente del coraggio, gettarsi e risalire può essere bello e può servire a dimostrarci che possiamo farcela ma non è essenziale per lo scorrimento della nostra vita saperlo, potrebbe esserlo di più parlare con delle persone diverse da noi, lontane e sconosciute. Se il bungee jumping lo fosse (essenziale), se, quindi, il desiderio di gettarsi da un'altezza attaccati ad un elastico fosse così forte da farci sentire effettivamente frenati e fastidiosamente impediti dalla paura, allora sì che sarebbe una be brave challenge farlo. Sempre che il nostro desiderio sia questo e non "fare bungee jumping come i nostri amici, che sembra divertente".

Allo stesso modo mi è stato ispiratore il video di un'altra ragazza che raccontava del suo stile d'abbigliamento e della sua evoluzione da quando era una ragazza rock a quando ha compreso che il suo stile doveva essere solo suo e che quindi, per essere una donna rock, non doveva necessariamente comprare solo capi alla Avril Lavigne perchè il suo stile doveva essere lei e non lei il suo stile. Non serve superare la paura di essere osservati in vestiti sgargianti se i vestiti super colorati ed eccentrici non sono il nostro desiderio e non ci rappresentano. Forse è più utile superare la paura di essere diversi dagli altri essendo noi stessi. (Da qui ci si potrebbe ricollegare alle polemica circa il programma di Mediaset presentato dalla signora De Martino... Ma lasciamo stare, che è meglio.)

Ultimo esempio, quello più scottante, potrebbe essere quello dei sexy shop e dei suoi articoli. Si può avere voglia di provare un'esperienza "particolare" ma non perchè ci invita/invoglia il nostro lui o la nostra lei, dobbiamo essere noi a voler superare la nostra "sconfidenza". Entrare in un sexy shop nella vita non è tappa obbligata se vi mette in soggezione e non avete alcun bisogno, voglia, necessità di provare l'esperienza.

Insomma, superiamo le nostre paure e non le cose che fanno paura. Di traumi non ne abbiamo bisogno.

Be Brave Challenge - ShantiLives



giovedì 3 aprile 2014

La cosa più brutta non è perdere una persona, ma non accorgersene.