lunedì 19 agosto 2013

Exit: uscita a doppio senso

È proprio vero che le cose le sì riesce ad apprezzare di più quando sono passate, finite, lontane. 
Ma perché? Perché è così difficile apprezzare fino in fondo i dettagli (che poi sarebbero l'Essenza) delle cose quando ci siamo dentro, quando ce l'abbiamo difronte agli occhi? Forse perché siamo impegnati in altre faccende affaccendate, essenziali, forse, in quel momento ma così "poco profonde" nel complesso. O, forse, perché è giusto che la cosa più importante sia il ricordo. Ricordare ciò che è irrimediabilmente passato fa del passato stesso trionfo. Egli vince sul presente e marcia nella nostra testa, tamburella sul nostro cuore, urla sui nostri sensi. È giusto (e non dico normale o inevitabile appositamente) perché il vero Onore, il passato, c'è l'ha nella mente e non sotto le dita. Per quanto possiamo accorgerci che ciò che stiamo vivendo sia, anche e soprattutto nella sua piccolezza, nella sua semplicità, qualcosa di straordinario (intendendo esplicitamente l'etimologia del termine) è solo la mente a rendere grande, anche ad ingigantire, perché no, l'immanente. Sicuramente quest'ultimo è il più grande ostacolo per il "trascendente", vale a dire per la mente che "lavora" per rendere grande, gigantesco, ciò che è passato e mai più ritorna. 
Del glorioso passato a volte si finisce per diventare prigionieri. Per far pace con il "trionfo del passato", con il suo arc costruito nella piazza principale della nostra mente, è necessario usare la grandezza passata e la sua consapevolezza per rendere migliore il presente. Insomma, il solo fatto che il passato sia stato grandioso permette al presente di esserlo, essendo condannato, in ogni caso, a diventare egli stesso passato. Uscire dal presente per entrarci davvero, guardarlo da fuori, come se fosse passato per renderlo grande e uscire dal passato con la consapevolezza che il ricordo lo rende ancora presente e, quindi, ancora bello, ancora utile, ancora ancorato a noi proprio in virtù della sua natura, trascendentale e non immanente. Vivere di presente al meglio vuol dire vivere i migliori ricordi. Il presente non sarà Mai meraviglioso e perfetto quanto un ricordo ma... Poco male, la meraviglia del ricordo si concentra sulle piccole cose: tutto sta nel Viverle. 

5 commenti:

  1. Ci conosciamo da quasi 14 anni. Tu e le ragazze siete Anche il mio passato... forse è per questo che riesco ad "apprezzarvi" ogni giorno di più?

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    1. Probabilmente. Riesci ad apprezzare i piccoli ed i grandi cambiamenti. Le vittorie di una diventano di tutte: "la famiglia è una squadra: o tutti si vince o tutti si perde". Riesci ad apprezzare un sorriso, un gesto, una parola, nel caos di una vita fatta di tanto altro. Ed è questo che, ai nostri occhi che ricordano, il nostro passato è meraviglioso: cerchiamo di fare del presente una cosa sempre meravigliosa.
      Sicuramente 14 anni di pieni ricordi fanno la loro... Se un solo ricordo può essere Enorme, immagina un milione di piccoli ricordi, di piccole sensazioni! Il passato è grande. Pensa a quando anche questo momento sarà passato e ricorderai l'emozione di ora, di questo momento, di parlare con me di quanto il passato ad ora, fra noi, tremi quando ci guardiamo. Essere il presente e il futuro corrisponde, per forza naturale, a diventare il passato. Secondo me, alla fine, il passato dovrebbe vincere tutto, perché se c'è Stato, se era Vero, Pieno e, soprattutto, se l'hai Sentito, lo ricorderai ancora più grande e ti darà felicità e gioia inusitate. Insomma, la potenza del Vivere pienamente ogni sensazione del presente si staglia anche nella certezza che in questo modo il passato sarà glorioso. In questo modo il presente acquista nuovi orizzonti, nuove responsabilità e, fantastico, nuove mete. Grande... Vero? :)

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  2. "Vivere di presente al meglio vuol dire vivere i migliori ricordi. Il presente non sarà Mai meraviglioso e perfetto quanto un ricordo" ,dici. perdonami, ma se fosse vero che senso avrebbe impegnarsi per rendere indimenticabile il presente? se avessi la consapevolezza di non poter mai eguagliare o superare un ricordo passato, che senso avrebbe continuare a vivere nella incessante ed indiscussa mediocrità? No, non ci sto affatto. il passato è passato, e i ricordi che mi ha lasciato non sostituiranno mai l'emozione che provo quando vivo, qui ed ora, qualcosa che spero posso essere sempre migliore, sempre più bello, sempre più vero. sarebbe come continuare a cercare un uomo e nel mentre pensare che "tanto il primo amore non si scorda mai". ma che senso ha? le storie finiscono, le persone muoiono, il tempo passa, si cambia, si cresce, sono troppe le differenze tra passato e presente, per cui non si possono basare le nostre azioni odierne su quello che era, perchè quello che era semplicemente non è più. non siete la mia Vita oggi per quello che siete state, ma per quello che mi date adesso e che, sono certa, mi darete domani. c'è invece chi ha chiuso come me, e lo sai, proprio perchè il passato non basta, e non è giusto che basti.

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    1. In realtà il senso del testo equivale solamente a dire che la mente spesso ingigantisce momenti passati facendoli diventare enormi, di qui si può dedurre esattamente il contrario di ciò che hai inteso tu. Che invece di vivere all'ombra di un passato enormemente grande (ingigantito, come ho detto, dalla mente) bisogna vivere a pieno il presente perchè anch'esso sarà passato e anch'esso sarà grande o, meglio, potrà essere grande se solo gliene diamo la assoluta possibilità.

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    2. (Conoscendomi, sai la visione "crescente" che ho della vita ;) )

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